Il tempo è scaduto. Il progetto tecnico di Tabbiani a Catania sembra essere giunto al termine. La sconfitta con l’Avellino ha rappresentato la punta dell’iceberg, per una squadra piombata, ormai diverse giornate in una profonda crisi. La posizione del tecnico ligure è sempre più precaria, ma non tutte le colpe possono essere attribuite a lui.
“A Catania non si passeggia“
Iniziamo con l’epilogo. Il coro della Curva Nord al termine delle partite offre un chiaro messaggio: “A Catania non si passeggia.” Purtroppo, questo triste scenario si è manifestato. I rossazzurri hanno cercato di reagire dopo essere andata in svantaggio, ma la timida risposta è stata bruscamente interrotta dal calcio di rigore fallito da Cosimo Chiricò. Da quel momento in poi, la squadra si è disgregata, offrendo un secondo tempo privo di idee, grinta e voglia di riscatto.
Il tecnico
Nel calcio, è sempre l’allenatore a pagare. Nel post partita, Tabbiani si è assunto tutte le responsabilità , facendo da scudo ai suoi giocatori. Una scelta coraggiosa, seppur opinabile in certi aspetti. Il tecnico ligure ha sicuramente una parte di colpa. Finora non è riuscito a trasmettere un’identità chiara a questa squadra. Si intravedono solo sporadicamente delle buone idee, che i giocatori non riescono a mettere in pratica in campo. Inoltre, il livello atletico dei calciatori non è migliorato, ma, al contrario, si sono registrati sempre più infortuni e cali di forma. La piazza ha ormai perso fiducia nell’allenatore, individuandolo come principale responsabile.
I giocatori
Anche i calciatori etnei hanno delle responsabilità . Non è certo colpa dell’allenatore se alcuni di loro stanno deludendo le aspettative. Alcuni giocatori sembrano non aver ancora compreso appieno cosa significhi indossare la maglia del Catania. Questa critica vale sia per i giocatori più esperti, come ad esempio Antonio Mazzotta, tra i meno brillanti dall’inizio della stagione, che per i giovani come Riccardo Ladinetti. Indipendentemente dall’allenatore, i giocatori rossazzurri devono assumersi maggiori responsabilità .
Silenzio assordante
La società deve ora rompere il silenzio. Non è più il momento di tacere. Un confronto con la stampa è necessario per spiegare la situazione attuale. Vincenzo Grella, su tutti, deve chiarire le sue intenzioni riguardo a Tabbiani e fornire chiarezza sulle prospettive del Catania per questa stagione. Il tempo scorre, l’assenza di chiarezza genera dubbi e malcontento. In questo momento, alle pendici dell’Etna, ci sarebbe bisogno di tranquillità e trasparenza.
Credits: Francesco Girone
Studente universitario e giornalista pubblicista.
Dopo aver mosso i primi passi nella redazione di Unica Sport, collaboro ora con la testata “La Tecnica della Scuola”. Amo il calcio e lo sport in generale e sono pronto a mettermi in gioco con la redazione di CityZone.