Diciamolo senza troppi giri di parole: iniziare con una bella vittoria la storia del nuovo Catania sarebbe stato senza dubbio importante per alimentare l’entusiasmo dell’ambiente e per accrescere la fiducia della squadra. Sarebbe stato bello anche per ringraziare gli oltre mille tifosi che hanno riempito il “Valentino Mazzola”. Che la vita di questa nuova società , solida ed ambiziosa, cominci con l’eliminazione in Coppa Italia a firma della San Cataldese, bisogna ammettere che è una nota stonata e non poco. Quella lieta invece è il rinnovato entusiasmo, la ritrovata passione di una tifoseria che dopo anni di delusioni è tornata in massa a sostenere la propria fede. In pieno Agosto, il fatto di trasformare una partita in trasferta, in una casalinga e per di più in una competizione poco importante è un’idea che può sfiorare solo la testa di tifosi innamorati come quelli etnei. Oltretutto gli ultras presenti per tutta la gara, hanno intonato cori dedicati al giovane Andrea La Spina, scomparso lo scorso 13 Agosto dopo aver seguito l’amichevole tra Catania e Taormina.
Concretezza ed incisività : fattori mancanti
Tutti sappiamo che il calcio non è mai una scienza esatta e questa partita conferma quanto scritto in precedenza. Non vinci solo perché ti chiami Catania, non vinci solo perchè indossi la maglia rossazzurra. Bisogna lottare su ogni pallone e soprattutto bisogna essere cinici, concreti e freddi sotto porta. Esattamente i fattori che oggi sono venuti meno per la squadra di Ferraro che ha dominato in lungo ed in largo, pur non sempre con trame offensive avvincenti, ma senza mai riuscire a gonfiare la rete. La sfortuna nel palo di Russotto o la bravura di Dolenti sul colpo di testa di Lorenzini si sommano alla poca incisività sotto porta di Bani. Di fatto, il Catania ha avuto diverse occasioni per vincere il match ma la sensazione è che siano state più frutto di iniziative dei singoli che di manovre offensive studiate. Le attenuanti sono davanti a tutti: la squadra è ancora un cantiere aperto e Ferraro può allenare almeno venti giocatori praticamente da meno di una settimana.
Un mese di tempo per diventare squadra
Al momento, i rossazzurri sono un insieme di buoni giocatori, senza dubbio di categoria superiore, ma nulla di più e per vincere il campionato sarà necessario diventare una squadra. Non conta l’eliminazione in Coppa Italia, competizione che effettivamente contava ben poco per il Catania. Tuttavia il passaggio del turno avrebbe permesso ai rossazzurri di fare minutaggio, elemento necessario per una squadra assemblata in fretta e all’ultimo momento. Ed allora saranno fondamentali le amichevoli da qui all’inizio del campionato per rodare i meccanismi offensivi. Reparto d’attacco che è oggettivamente atomico per la categoria, da Russotto a Sarao passando per Giovinco e l’ottimo Under Forchignone, che quando è entrato ha impresso energia e velocità li davanti. Da rivedere ma il ragazzo ha impressionato e non poco. Aspettando De Luca e Litteri… Insomma, “work in progress†rossazzurro, lo slittamento al 18 Settembre non può che essere un bene per Ferraro ed il suo staff che in questi 28 giorni dovranno lavorare duramente per presentarsi al debutto con una macchina perfetta.
E lì si farà sul serio…
Fortemente affascinato dal mondo delle curve e delle tifoserie in generale, fermamente convinto che il giornalismo debba essere assoluto portatore di verità , compreso quello sportivo.