Esperienza e competenza al potere. La carriera ed il curriculum di Dante Scibilia identificano perfettamente l’identikit del “dirigente capace”, figura di certo non presente a Catania da anni. Il suo intervento nel corso di CityZone LIVE ha voluto far chiarezza su aspetti preliminari e non di natura sportiva, economica e – soprattutto – progettuale, confermando Catania piazza appetibile per investitori.
“Vorrei innanzitutto dire che tranquillamente, il Comune di Catania, così come fece l’amministrazione comunale di Venezia a suo tempo, può attivarsi mediante una selezione discreta e oculata per selezionare i criteri validi all’individuazione di un soggetto che possa portare in auge il percorso sportivo catanese“. Cosa servirà in termini economici e di progettualità all’investitore per ripartire con una scalata come quella che l’ha vista protagonista a Venezia? “Ogni progetto ha una storia a sè, il calcio non è più un business che porta flussi di cassa agli investitori. Provare a fare dei numeri è possibile, per vincere una serie D credo che l’immissione di risorse si possa aggirare attorno ai due milioni con una spesa complessiva sui 3,5/4 milioni, in quel caso la vittoria sarebbe ipotizzabile, purché l’anno dopo in C si possa delineare un progetto altrettanto importante. Per vincere la C serve un investimento di ben altra portata. Al Venezia la vittoria in C costò all’investitore più di 7 milioni”
“L’importante è non avere fretta di vincere. Per attirare calciatori importanti occorre avere un management importante e un progetto ambizioso, e non è facile. Io non conosco bene il tessuto imprenditoriale di Catania – continua Scibilia – ma posso rispondere sul perché in passato è stato difficile trovare soggetti interessati. La situazione debitoria era proibitiva. La visione di Tacopina era quella di trovare una società da ristrutturare tramite procedura concorsuale. Questo consentiva un riallineamento dei valori del debito, in linea con gli investimenti che l’avvocato statunitense avrebbe realizzato.
Interessante quanto detto dal dirigente, oggi comunque vicino a Joe Tacopina alla Spal, riguardo all’aspetto Torre del Grifo: “Palestra, centro benessere, campi da calcetto etc, il centro di Torre del Grifo oggi è un asset sviato, un centro complesso che presenta specificità e problematiche. Dalla foresteria ai campi, e aggiungo la manutenzione non curata in passato“
C’è poi la questione investimento. Catania sarebbe un investimento da fare per un imprenditore facoltoso e desideroso di avviare un serio progetto? “Io dico assolutamente sì, è una piazza importante e ha già delle strutture che, se ben gestite, possono permettere di creare un hub di sviluppo di riferimento per la Sicilia orientale. Rappresenta una grande opportunità .”
“Catania piazza appetibile se si ha visione di medio lungo termine. Sono meravigliato che nessuno si sia ancora fatto avanti, ma magari si è già presentato alle istituzioni presentando un progetto…“
“Era già stato siglato un accordo, non c’era più nulla da negoziare. La trattativa fra l’avvocato Tacopina e la vecchia proprietà è saltato perchè il venditore è risultato inadempiente su quanto pattuito da contratto. Nello specifico per la mancata riduzione del debito. Le situazioni erano molto complicate, e molte furono risolte, però alla fine l’accordo di ristrutturazione non è andato in porto. A marzo doveva concludersi l’accordo ma a maggio è saltato tutto”
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Innamorato di Sport sin da bambino, tra una vittoria di Michael Schumacher, un attacco lungo linea di Nadal ed un tiro a giro di Alessandro Del Piero, matura col tempo il “vizio†di parlare di calcio e comunicare con passione il suo modo di vedere l’attività agonistica.